Biennio Rosso
Abstract
Il Biennio rosso è la locuzione con cui alcuni storici indicano il
periodo della storia italiana immediatamente successivo alla prima guerra
mondiale e protrattosi fino agli inizi del 1921, in cui si verificarono,
soprattutto nel centro-settentrionale, mobilitazioni contadine, tumulti
annonari, manifestazioni operaie, occupazioni di terreni e fabbriche con, in
alcuni casi, tentativi di autogestione. Le agitazioni si estesero anche alle
zone rurali della pianura padana e furono accompagnate
da scioperi, picchetti e violenti scontri.
Introduzione
La rivoluzione italiana conosciuta come il Biennio
Rosso fu contemporaneo alla Repubblica Sovietica Ungherese, lo sciopero
generale rivoluzionario in Spagna e la rivoluzione tedesca del 1918-19. Ma questa volta il Partito
Socialista Italiano (PSI) perse un'enorme opportunità storica: i
lavoratori del Nord occupato le fabbriche e, al culmine del processo (settembre
1920), mezzo milione di lavoratori in fase di stallo per settimane oltre in
tutta Italia, i contadini del nord e del sud occupato il terreno, anche i
poveri delle zone rurali più arretrate, che sono stati del Partito
popolare furono attratti dalla rivoluzione. Lo sviluppo del movimento fu tale che una direzione
rivoluzionaria cosciente potrebbe unificare e condurre alla vittoria. Il PSI era un
partito profondamente radicato tra la classe, ogni giorno più forte: ha
diretto il più grande sindacato, la Confederazione generale dei
lavoratori (CGL), e gestito migliaia di lavoratori comunali e cooperative. La vittoria
della rivoluzione italiana sarebbe romperel'isolamento della rivoluzione russa,
cambiando il destino della rivoluzione mondiale. Ma la storia ha dimostrato che
un rivoluzionario non può essere improvvisato.
Nel processo rivoluzionario, il proletariato non ha il
tempo per ottenere tutte le giuste conclusioni, o per correggere i loro errori
o quelli dei loro leader. Il tempo di rivoluzione
è obiettivamente limitato e le decisioni adottate in ogni momento
richiede grande conoscenza di tattica e strategia. Il
partito rivoluzionario, quindi, deve svolgere un ruolo la classe operaia non si
può improvvisare in pochi mesi. Così il
partito è necessaria ma non sufficiente: è necessario saper
conquistare la fiducia della sua classe con pazienza, che, nella fase decisiva del proletariato prende
le sue idee, il suo programma e metodi. Senza un forte
nucleo di tavole preparate con radici nella società, è
impossibile trarre gli slogan appropriati per ogni momento della rivoluzione, e
ancora più difficile resistere alle enormi pressioni di ogni genere che
si verificano durante gli sconvolgimenti sociali.
Biennio Rosso in Europa
Tra il 1919 e il 1920, l'Europa fu toccata da ondate
di scioperi ed agitazioni di operai che rivendicavano l'aumento salariale e la
giornata lavorativa di 8 ore. Le lotte non si limitarono solo a rivendicazioni
sindacali: in molti casi venne utilizzata la violenza ed
il potere nelle fabbriche venne sovvertito da consigli operai, nati
spontaneamente sul modello dei soviet russi, che si presentavano come i
rappresentanti del
proletariato nella società comunista.
Le lotte operaie ebbero diversi sviluppi in ogni stato europeo:In Germania consigli di operai e soldati occupavano le
fabbriche e le sedi dei giornali, partecipavano alla gestione delle aziende e
imponevano le loro condizioni allo Stato. Berlino fu per molto tempo segnata da
violenti scontri, manifestazioni di piazza, da tentativi rivoluzionari ed insurrezioni. In Austria i comunisti tentarono di
spingere il popolo alla rivoluzione, ma senza esito. In Ungheria socialisti e comunisti crearono la Repubblica Ungherese
dei Soviet sotto la guida di Béla Kun e chiaramente ispirata dal vicino
modello sovietico. Il progetto era di allargare
l'esperienza anche all'Austria, ma i comunisti ungheresi si trovarono isolati e
fallirono nei loro intenti.
Dopo la rivoluzione bolscevica del
1917, in tutta Europa sorsero i primi timori da parte della borghesia e dei
ceti medi nei confronti della diffusione dell'ideologia comunista anche
nell'Europa centrale ed occidentale, accresciuto dal fatto che la Russia
sovietica era attivamente impegnata nella propaganda internazionale. Fu costituita inoltre un'organizzazione internazionale di tutti i
partiti comunisti (Comintern o Internazionale Comunista).
Nel 1920, a Mosca, il II Congresso dell'Internazionale
comunista elaborò un documento che stabilì in 21 punti le
condizioni per aderire all'Internazionale stessa, che implicavano una totale
sottomissione dei comunisti europei al partito sovietico russo. Ciò
scatenò una forte contrapposizione tra socialisti riformisti e
comunisti, provocando la scissione interna di molti partiti socialisti europei.[senza fonte] Lenin promosse la costituzione di partiti
comunisti in tutto ilmondo, che avrebbero dovuto prendere le distanze dai
socialdemocratici, rifiutare il parlamentarismo e porre le basi per realizzare
una rivoluzione di stampo sovietico.
La levatrice della RIVOLUZIONE
Antonio Gramsci, originario del sud Italia
(Sardegna), si iscrive presso l'Università di Torino
da una sovvenzione e ai sacrifici dei loro genitori. La povertà minaccia
ben presto la sua fragile salute: senza abbigliamento invernale e senza soldi
per mangiare, oltre a una vittima di guasti comuni che non smettono mai di
torturarlo per tutta la vita. Ma ha una forza proverbiale
carattere. Nel 1913 entra a far parte del Partito
Socialista, influenzato dagli studi di dialettica di Hegel e il materialismo
storico di Marx. Due anni più tardi ha iniziato a scrivere per la stampa
socialista di Torino, una città all'avanguardia del movimento
operaio italiano. Con la guerra, FIAT è diventata la terza industria
italiana, dopo aver posseduto e utilizzato le sue banche alleati la corsa agli
armamenti. Lavoratori non qualificati, per lo più provenienti dalle
campagne, spesso coesistono nella stessa fabbrica con i lavoratori qualificati
in base alla FIOM (Federazione Italiana Operai Metallurgici, affiliato alla
CGIL) e PSI.Gramsci ha 26 anni quando, nell'agosto 1917, una folla di 40.000
lavoratori a Torino ospita lo stordito
delegato Kerensky al grido di 'Viva Lenin!', 'Viva la
Rivoluzione'. La settimana seguente a Torino
vi è lotta di strada e barricate ucciso 50
lavoratori. Il giovane Gramsci, giornalista
socialista, trova nella propria pelle la lotta di classe. I lavoratori e la
maggior parte dellapopolazione italiana non aveva mai sostenuto la guerra e la
pace chiedendo ora, perché 650.000 soldati italiani erano morti, per il
sottosviluppo del Sud e il contrasto tra Nord e Sud è diventata cronica,
non poteva prendere in consegna la militarizzazione della vita del Paese e del
peggioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto perché non c'era
pane. Inoltre, si resero conto che gli industriali erano
stati sempre ottimi benefici.
Biennio Rosso in Italia
In Italia l'evento che segnò con forza l'apertura del biennio rosso fu
l'ondata di moti contro il carovita (in Toscana ricordati come
'Bocci-Bocci') che attraversò tutta la penisola tra la
primavera e l'estate del 1919 cui il governo non riuscì a mettere un
freno, con l'espansione del movimento contadino con un'estesa e capillare serie
di occupazioni delle terre.
Si diffuse negli ambienti socialisti l'odio nei
confronti dei reduci che furono spesso insultati per strada, soprattutto se
ufficiali delle forze armate. Nell'ottobre 1920 a Torino anche Piero Operti, che era insieme ad altri
reduci degenti nel locale ospedale, subì un'aggressione da parte di
militanti socialisti. Le medaglie gli furono strappate
e, gettate al suolo, gli furono calpestate.
Il 16 novembre 1919, si tennero elezioni che per la prima volta utilizzavano il sistema proporzionale,
che videro una forte affermazione del Partito socialista. Il
potere politico del Partito socialista italiano aumentò nel 1920, quando
la maggior parte delle amministrazioni comunali e provinciali dell'Emilia e
della Romagna furono conquistate dai socialisti. Le organizzazionisindacali
socialiste ottennero così il monopolio della
gestione del
lavoro, il potere di imporre i prezzi delle derrate alimentari tramite le
proprie cooperative, la gestione diretta delle imposte comunali (immobili
compresi) e la possibilità di concedere in affitto ai propri iscritti i
terreni del Comune.
All'interno del
Partito socialista si delinearono due posizioni, quella dei massimalisti di
Giacinto Menotti Serrati che avevano come obiettivo la creazione di una
repubblica socialista su modello sovietico. I massimalisti
ritenevano che la rivoluzione era comunque inevitabile e l'attendevano.
L'estrema sinistra invece, in polemica con i massimalisti, e più
coerenti con l'esempio sovietico, ritenevano doveroso impegnarsi per la
riuscita di una rivoluzione.
Le occupazioni delle fabbriche e le violenze
Nel luglio 1920 la protesta crebbe passando all'occupazione delle fabbriche.
Lo scontro si era ora spostato sulla questione degli
aumenti di salario e sulla riduzione dell'orario di lavoro. La FIOM (sindacato
metalmeccanici) chiese il rinnovo del contratto per ottenere aumenti salariali
e altre richieste, che gli industriali accolsero solo in parte. Venne quindi fu
proclamato in risposta uno sciopero bianco da parte dei lavoratori, a cui gli
industriali controbatterono con una serrata, ovvero la chiusura delle
fabbriche. Il 1º settembre iniziarono le occupazioni
principalmente a Torino, Milano e Genova e poi
in tutta Italia. All'interno delle officine della
Società Piemontese Automobili si iniziò anche a produrre bombe a
mano.
Gli operai organizzarono servizi armati di vigilanza dispostia scendere allo
scontro anche con l'esercito che assunsero il nome di
Guardie Rosse. A favore degli scioperanti intervennero spesso
i sindacati dei ferrovieri che organizzarono picchetti armati presso i nodi
ferroviari per impedire l'intervento delle guardie regie. Si
verificarono durante questo periodo atti di violenza
nei confronti dei proprietari terrieri e dei crumiri o di impiegati di diverso
orientamento politico, che non volevano aderire agli scioperi.
Nel corso dell'occupazione della FIAT e di molte altre fabbriche torinesi,
l'impiegato oleggese Mario Sonzini, sindacalista e membro della commissione
interna alle Officine Metallurgiche, fu sequestrato il 23 settembre dalle
Guardie rosse e, dopo un processo sommario fu ucciso a pistolettate, sorte
condivisa a poche ore di distanza anche dalla guardia carceraria Costantino
Scimula. Dalle seguenti indagini si venne a scoprire che i
due uccisi non furono gli unici sequestrati dalle Guardie rosse in quei giorni
a Torino.
Le occupazioni, intese come l'inizio di un processo
rivoluzionario, non riuscirono però a produrre cambiamenti sensibili,
soprattutto a causa della mancanza di strategia della classe dirigente
socialista e dell'incapacità di diffusione nel resto della
società. Giolitti assunse un atteggiamento
neutrale, nonostante le pressioni degli industriali per sgomberare le fabbriche
con l'esercito sapendo che gli operai, non essendo in grado di gestire le
fabbriche, avrebbero prima o poi accettato di trattare. Nello
stesso settembre fu trovato l'accordo tra CGL e industriali, ottenendo gli
aumenti salariali richiesti.
GiovanniGiolitti sintetizzò così la sua linea politica nei
confronti dell'occupazione delle fabbriche:
« Ho voluto che gli operai facessero da sè la loro esperienza,
perché comprendessero che è un puro sogno voler far funzionare le
officine senza l'apporto di capitali, senza tecnici e senza crediti bancari.
Faranno la prova, vedranno che è un sogno, e
ciò li guarirà da pericolose illusioni. »
(Giovanni Giolitti)
Il 27 settembre l'occupazione si poté considerare conclusa e L'Avanti
pubblicò un editoriale in cui, oltre ad ammettere la sconfitta degli
operai accusò di ciò la dirigenza riformista del Partito
socialista. Le fabbriche furono perciò sgombrate, il biennio rosso
terminò con il bilancio di 227 morti e 1072 feriti, tra forze
dell'ordine e lavoratori.[senza fonte] Ciò non attenuò comunque
le tensioni tra lavoratori ed industriali, entrambi fautori di una lotta di
classe. Inoltre portò ad una crisi il Partito
socialista che si divise tra coloro che ritenevano opportuno continuare la
lotta e i dirigenti che avevano accettato l'accordo. Il 15 gennaio 1921 a Livorno si tenne il XVII
Congresso Nazionale del Partito socialista che vide la scissione della
componente comunista che pochi giorni dopo diede vita al Partito comunista
d'Italia. Tra i fuoriusciti vi furono personaggi di
spicco messisi in evidenza durante i moti come Amadeo Bordiga e Antonio
Gramsci.
Il timore per ulteriori tumulti sociali ed una
eventuale rivoluzione proletaria (propagandata dai socialisti) cominciò
a diffondersi, favorendo la richiesta di una soluzione anti-socialista e autoritaria.
Le prime offensive dei padroniDurante il 1920, la
classe media serra le fila e prendere l'iniziativa. Lo sciopero organizzato dai
consigli di Torino nell'aprile del 1920 è utilizzata come pretesto dalla
AMMA (datori di lavoro metallurgici) per un settore blocco generale, con
l'aiuto della polizia. La FIOM di Torino, guidata da L'Ordine Nuovo, risponde
con uno sciopero che durò quasi 20 giorni e ben presto coinvolgono mezzo
milione di lavoratori in tutto il Piemonte, compresi gli agricoltori. L'AMMA era
chiaro l'importanza nazionale della lotta e vogliono
con ogni mezzo di distruggere il movimento delle tavole prima di diffondersi al
resto del
paese. I lavoratori di Genova e Liguria
sono pronti a partecipare, ma a rallentare i leader riformisti della CGL. La direzione di Torino ISP fugge per andare a
discutere con calma, altrove, i 'dettagli tecnici' della
costruzione socialista del soviet.Turati
propone di superare la crisi accettando l'invito del Primo Ministro per entrare nel governo. Questa trappola è destinato a controllare la classe operaia
attraverso i suoi dirigenti, e fermare la rivoluzione, che crede Turati
immaturo. Anche Bordiga si perde in una nebbia di obiezioni dottrinali sui pericoli che si nascondono consigli operai. Operai torinesi ricorso alla classe operaia in Italia. Gramsci ei suoi colleghi propongono uno sciopero generale a tempo
indeterminato per raggiungere l'insurrezione. I datori
di lavoro non danno nulla. D'Aragona, a capo della
GLC è determinata a riprendere il controllo della situazione. Senza basi
di consulenza, si occupa della AMMA e
'ottenere' un riconoscimento formale dei consigli.In cambio accetta
che i consigli non controlla più la produzione e le condizioni di lavoro
nelle fabbriche.Questo consumare il primo tradimento. Il tradimento in quanto
il PSI, che per tre anni ha avuto la propaganda socialista a favore della
'dittatura del proletariato', abbandonare ogni contenuto
rivoluzionario nella sua strategia, anche se è stato dimostrato che i
battaglioni pesanti della classe operaia erano pronti a conquistare fabbriche
perché volevano la rivoluzione e aveva perso un mese di stipendio per
difendere i consigli di fabbrica. Ora hanno dovuto
sopportare la fame e la miseria.Sconfitto la lunga occupazione, la propaganda
reazionaria borghese lungo le pareti di tutto il Piemonte e datori di
riprendere il controllo delle fabbriche. Il 1 ° maggio,
la repressione brutale e due operai sono uccisi dalla polizia e molti sono
feriti. La classe operaia non cede alla
repressione, mentre i media e leader sindacali individuali della CGL e del PSI ridicolo
considerando sciopero dei lavoratori nel mese di aprile come un 'atto di
ingenuità, entusiasmo, romanticismo e infantilismo'. Ma i datori di
lavoro non sono riusciti a pieno il suo obiettivo,
l'avversario provato e capito che i leader sono deboli, ma la classe non
è considerato sconfitto. L'odio per la borghesia e lo Stato si estende e
approfondisce tutto il paese. Gramsci scrive: 'I
funerali dei due uccisi diventare una potenza indicibile dimostrazione e
la disciplina sono nate nuove forze popolari, la folla si unirono all'esercito
per accompagnare i loro morti al cimitero.' (La forza della rivoluzione,
L'Ordine Nuovo, 1920/05/08).Aggressione fascista e la risposta di lavoro
Nella primavera del 1922, la necessità di difendere la sanguinosa
aggressione fascista e crisi economica sta spingendo la classe operaia a
tornare a combattere, sarà molto intenso in giugno e luglio. L'atmosfera
dai sindacati di base unità di forze per
formare la AIL (Alleanza dei Lavoratori Italiani), che ha tentato di utilizzare
cupole per controllare i lavoratori. L'AIL è formata da GLC (1.850.000
soci nel 1922, di cui 415.000 sono in maggioranza minoranza comunista è
diviso tra massimalista e fedeli a Turati e D'Aragona), USI
(anarco-sindacalista divisione sindacale nel 1912 del CGL, 320.000
membri), UIL (175.000 membri), SFI (sindacato anarchico ferroviaria, 120.000
membri) e FLP (porto, 100.000 membri). In un primo
momento, il PCI non partecipa alle riunioni e invia messaggi contrastanti ai
suoi membri, tra l'impegno critico e boicottaggi. Le divisioni nella CGL
riflettono le divisioni all'interno del PSI, che in seguito portano
all'espulsione dei riformisti (PSU). I leader comunisti della
CGL rifiutare qualsiasi collaborazione con il massimalista, di iniziare un
proficuo anche se lavorano all'interno del USI, dove c'è un importante
settore che è orientato alla Terza Internazionale. Il
settore più combattivo della AIL potrebbe significare alcuni lavoratori
700-800000, se si aggiunge la fazione comunista della CGL, USI, ferroviario e
portuale. Se Bordiga e Gramsci si sarebbe avvalsa di questa unione davanti nato dalla base, invece di boicottare esso, avrebbe portato
la maggioranza dei lavoratori di sciopero dato dal PCI. Anche se loslogan di
formare auto-difesa comitati unità di lavoro non è stato liberato
dai comunisti, che avrebbe potuto diventare
fabbrica-tips, nel quartiere e villaggio nella battaglia contro il
fascismo.Meno di due anni del
biennio rosso, le stelle della classe operaia in una nuova ondata di lotta
contro il fascismo. Ma, ancora una volta,
i lavoratori restano senza una guida. In effetti, Turati chiamare il 'Strike per la Legalità' (per il governo
di fermare i fascisti piedi) e anche aspettare fino a fine agosto, quando la
classe è già molto stanchi dopo mesi di battaglia contro
smantellato e disarmato soppressione. Certo che perde la
militanza PCI, mantenendo solo 24.500 membri. Le
persecuzioni fasciste diventare insopportabile e costringere i comunisti alla
semi-clandestina. Nel mese di ottobre, Mussolini marcia
su Roma con poche migliaia di fascisti, e per convincere il re che il Primo
Ministro accettare come sufficienti tre telefonate: una da parte del Vaticano,
un altro dalla Confindustria e l'ultima da parte del governo liberale è dimesso.Stesso
tempo sviluppa il Quarto Congresso dell'Internazionale, che deve rivedere la
sconfitta italiana. A questo punto sembra che si può iniziare PSI
Serrati collaborazione con i comunisti, ma è troppo tardi. Poco dopo, la polizia arrestare Bordiga e Grieco. L'esecutivo PCI entra Gramsci, Togliatti e Scoccimarro. Le camicie
nere distruggono la sede de L'Ordine Nuovo a Torino
e battere un fratello di Gramsci, scambiandola.
Trotsky scrisse in seguito:. 'Il partito comunista
non si rendeva conto della portata del pericolo fascista, era alimentata da
illusionirivoluzionarie () è rappresentato solo come un fascismo
reazione capitalista () non ha distinto le particolari caratteristiche del
fascismo determinati dalla mobilitazione della piccola borghesia contro il
proletariato, () tranne che per Gramsci, non ammetteva né la presa
del potere da parte dei fascisti (). Ma non dimenticare che il fascismo non
italiana in quel periodo era più che un fenomeno nuovo in divenire:
sarebbe stato difficile anche per una festa con esperienza per definire le sue
caratteristiche specifiche”. (La Rivoluzione tedesca e
la burocrazia di Stalin, gennaio 1932).
Alcune conclusioni
L'esperienza dei consigli operai di Torino ha evidenziato il
potere sociale del
proletariato, deriva dalla sua posizione nel mondo della produzione.
Così, il potere del lavoro nella fabbrica era una sfida per
l'ordine borghese nel suo complesso. L'emergere dei consigli
è emerso che era necessario costruire organizzazioni di lavoro anteriori
a superare i limiti imposti dalla tradizionale organizzazione dei sindacati
burocratici. E mentre l'azione degli operai di Torino è stato
sufficiente per spaventare la borghesia e sfidare il
suo governo, i consigli non è riuscito a acquisire una portata veramente
nazionale e rafforzare l'unità con i contadini del sud. Tali limiti saranno un ostacolo per dirigere la lotta per prendere il potere. Ma
a questi limiti si debe aggiungere che i lavoratori non hanno
un partito rivoluzionario che potrebbe trasformare questa enorme forza sociale
nella testa di tutti gli oppressi della società italiana. Al contrario,
in ogni momento, ladirezione del
partito socialista li ha lasciati ai lavoratori, ignorando le affermazioni di
uno sciopero nazionale in solidarietà con la lotta di Torino.
Nel frattempo, la borghesia italiana ha le proprie conclusioni: dopo la
comparsa dei consigli e delle occupazioni di fabbrica e non sarebbe in grado di
contenere la classe operaia con i mezzi giuridici abituali. Richiesto un 'nuovo ordine' imposto ai lavoratori
subordinati ai datori di lavoro e lo stato. E questo 'nuovo ordine'
verrà imposto sia in campo e nella violenza della
città, fascista. Alla fine del 1921, i fascisti hanno
iniziato la loro offensiva contro le organizzazioni dei lavoratori. Quello stesso anno, passare all'offensiva scioperi industriali di
frantumazione che si verificano nella Fiat e Michelin. Tuttavia,
l'energia combattiva della classe operaia, non
è ancora esaurita. Nel 1922 ha prodotto l'ascesa di
Mussolini. In diverse città, sorgono 'Arditi del Popolo', i lavoratori di diverse tendenze che si
formano milizie per affrontare le aggressioni fasciste. Come prima dei
consigli, l'ISP restituirà a questo movimento. L'italiano orfano della leadership proletariato rivoluzionario, soccombendo
alla fine il fascismo. Gramsci fa notare il tradimento
del PSI come
segue: 'Secondo il diritto socialista, era sbagliato in quanto obiettivi
proposti periodo favorevole conquiste rivoluzionarie e sicuro troppo grandiose
e irrealistiche più limitate, in cui il proletariato sarebbe ancora
saldamente rinforzato. Ma quelli non si riferiscono a benefici economici, in
quanto realmente accaduto in larga scala e chiaramente parlare di unprogramma
politico [Gramsci si riferisce al riformismo e la collaborazione con la
borghesia] le cui prestazioni sulla scena politica,
è impedita dall'aspirazione acclamato a conquistare tutto il potere da
parte della classe operaia. () Nella situazione attuale in cui la borghesia
tende la sua dittatura politica ed economica () per
distruggere le roccaforti di lavoro organizzato e spingere il proletariato al
pre-guerra, condizione o più indietro ancora, gli esponenti del sociale () non
è più il coraggio di fare qualsiasi programma. Tenere o meglio
effettuare il ritiro senza una lotta per evitare di essere costretti ad
ammettere la necessità per le armi, non solo ideale, ma materiale, per
il proletariato la lotta di classe necessariamente ottenere il programma di
consolidamento del dispositivo di controllo in un rivoluzionario dispositivo
'4 di potenza. I consigli di fabbrica non erano in grado, per le ragioni
discusse, di ottenere la conquista del potere. Ma altri battaglioni della classe operaia internazionale ripreso le loro bandiere
per tutto il ventesimo secolo. Ogni volta che i
lavoratori occupano la fabbrica, il fantasma di organizzazioni come i consigli
risorge agli occhi della borghesia come un'ombra maledetta.
Bibliografia
* www.marxist.org
* www.wikipedia.com
* www.intitutofedericoengels.com
* www.pts.org
* www.repubblica.it
* Gramsci, Antonio (1973): Consejos de fabrica y estado de la clase obrera., Ediciones
Roca, Mexico.
(1991): Escritos periodísticos de L´ Ordine Nuovo, “tesis
11” Grupo Editor, Bs. As.