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Biennio Rosso - periodo della storia italiana



Biennio Rosso
Abstract
Il Biennio rosso è la locuzione con cui alcuni storici indicano il periodo della storia italiana immediatamente successivo alla prima guerra mondiale e protrattosi fino agli inizi del 1921, in cui si verificarono, soprattutto nel centro-settentrionale, mobilitazioni contadine, tumulti annonari, manifestazioni operaie, occupazioni di terreni e fabbriche con, in alcuni casi, tentativi di autogestione. Le agitazioni si estesero anche alle zone rurali della pianura padana e furono accompagnate da scioperi, picchetti e violenti scontri.

Introduzione
La rivoluzione italiana conosciuta come il Biennio Rosso fu contemporaneo alla Repubblica Sovietica Ungherese, lo sciopero generale rivoluzionario in Spagna e la rivoluzione tedesca del 1918-19. Ma questa volta il Partito Socialista Italiano (PSI) perse un'enorme opportunità storica: i lavoratori del Nord occupato le fabbriche e, al culmine del processo (settembre 1920), mezzo milione di lavoratori in fase di stallo per settimane oltre in tutta Italia, i contadini del nord e del sud occupato il terreno, anche i poveri delle zone rurali più arretrate, che sono stati del Partito popolare furono attratti dalla rivoluzione. Lo sviluppo del movimento fu tale che una direzione rivoluzionaria cosciente potrebbe unificare e condurre alla vittoria. Il PSI era un partito profondamente radicato tra la classe, ogni giorno più forte: ha diretto il più grande sindacato, la Confederazione generale dei lavoratori (CGL), e gestito migliaia di lavoratori comunali e cooperative. La vittoria della rivoluzione italiana sarebbe romperel'isolamento della rivoluzione russa, cambiando il destino della rivoluzione mondiale. Ma la storia ha dimostrato che un rivoluzionario non può essere improvvisato. Nel processo rivoluzionario, il proletariato non ha il tempo per ottenere tutte le giuste conclusioni, o per correggere i loro errori o quelli dei loro leader. Il tempo di rivoluzione è obiettivamente limitato e le decisioni adottate in ogni momento richiede grande conoscenza di tattica e strategia. Il partito rivoluzionario, quindi, deve svolgere un ruolo la classe operaia non si può improvvisare in pochi mesi. Così il partito è necessaria ma non sufficiente: è necessario saper conquistare la fiducia della sua classe con pazienza, che, nella fase decisiva del proletariato prende le sue idee, il suo programma e metodi. Senza un forte nucleo di tavole preparate con radici nella società, è impossibile trarre gli slogan appropriati per ogni momento della rivoluzione, e ancora più difficile resistere alle enormi pressioni di ogni genere che si verificano durante gli sconvolgimenti sociali.


Biennio Rosso in Europa
Tra il 1919 e il 1920, l'Europa fu toccata da ondate di scioperi ed agitazioni di operai che rivendicavano l'aumento salariale e la giornata lavorativa di 8 ore. Le lotte non si limitarono solo a rivendicazioni sindacali: in molti casi venne utilizzata la violenza ed il potere nelle fabbriche venne sovvertito da consigli operai, nati spontaneamente sul modello dei soviet russi, che si presentavano come i rappresentanti del proletariato nella società comunista.
Le lotte operaie ebbero diversi sviluppi in ogni stato europeo:In Germania consigli di operai e soldati occupavano le fabbriche e le sedi dei giornali, partecipavano alla gestione delle aziende e imponevano le loro condizioni allo Stato. Berlino fu per molto tempo segnata da violenti scontri, manifestazioni di piazza, da tentativi rivoluzionari ed insurrezioni. In Austria i comunisti tentarono di spingere il popolo alla rivoluzione, ma senza esito. In Ungheria socialisti e comunisti crearono la Repubblica Ungherese dei Soviet sotto la guida di Béla Kun e chiaramente ispirata dal vicino modello sovietico. Il progetto era di allargare l'esperienza anche all'Austria, ma i comunisti ungheresi si trovarono isolati e fallirono nei loro intenti.
Dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, in tutta Europa sorsero i primi timori da parte della borghesia e dei ceti medi nei confronti della diffusione dell'ideologia comunista anche nell'Europa centrale ed occidentale, accresciuto dal fatto che la Russia sovietica era attivamente impegnata nella propaganda internazionale. Fu costituita inoltre un'organizzazione internazionale di tutti i partiti comunisti (Comintern o Internazionale Comunista).


Nel 1920, a Mosca, il II Congresso dell'Internazionale comunista elaborò un documento che stabilì in 21 punti le condizioni per aderire all'Internazionale stessa, che implicavano una totale sottomissione dei comunisti europei al partito sovietico russo. Ciò scatenò una forte contrapposizione tra socialisti riformisti e comunisti, provocando la scissione interna di molti partiti socialisti europei.[senza fonte] Lenin promosse la costituzione di partiti comunisti in tutto ilmondo, che avrebbero dovuto prendere le distanze dai socialdemocratici, rifiutare il parlamentarismo e porre le basi per realizzare una rivoluzione di stampo sovietico.

La levatrice della RIVOLUZIONE
Antonio Gramsci, originario del sud Italia (Sardegna), si iscrive presso l'Università di Torino da una sovvenzione e ai sacrifici dei loro genitori. La povertà minaccia ben presto la sua fragile salute: senza abbigliamento invernale e senza soldi per mangiare, oltre a una vittima di guasti comuni che non smettono mai di torturarlo per tutta la vita. Ma ha una forza proverbiale carattere. Nel 1913 entra a far parte del Partito Socialista, influenzato dagli studi di dialettica di Hegel e il materialismo storico di Marx. Due anni più tardi ha iniziato a scrivere per la stampa socialista di Torino, una città all'avanguardia del movimento operaio italiano. Con la guerra, FIAT è diventata la terza industria italiana, dopo aver posseduto e utilizzato le sue banche alleati la corsa agli armamenti. Lavoratori non qualificati, per lo più provenienti dalle campagne, spesso coesistono nella stessa fabbrica con i lavoratori qualificati in base alla FIOM (Federazione Italiana Operai Metallurgici, affiliato alla CGIL) e PSI.Gramsci ha 26 anni quando, nell'agosto 1917, una folla di 40.000 lavoratori a Torino ospita lo stordito delegato Kerensky al grido di 'Viva Lenin!', 'Viva la Rivoluzione'. La settimana seguente a Torino vi è lotta di strada e barricate ucciso 50 lavoratori. Il giovane Gramsci, giornalista socialista, trova nella propria pelle la lotta di classe. I lavoratori e la maggior parte dellapopolazione italiana non aveva mai sostenuto la guerra e la pace chiedendo ora, perché 650.000 soldati italiani erano morti, per il sottosviluppo del Sud e il contrasto tra Nord e Sud è diventata cronica, non poteva prendere in consegna la militarizzazione della vita del Paese e del peggioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto perché non c'era pane. Inoltre, si resero conto che gli industriali erano stati sempre ottimi benefici.

Biennio Rosso in Italia
In Italia l'evento che segnò con forza l'apertura del biennio rosso fu l'ondata di moti contro il carovita (in Toscana ricordati come 'Bocci-Bocci') che attraversò tutta la penisola tra la primavera e l'estate del 1919 cui il governo non riuscì a mettere un freno, con l'espansione del movimento contadino con un'estesa e capillare serie di occupazioni delle terre.
Si diffuse negli ambienti socialisti l'odio nei confronti dei reduci che furono spesso insultati per strada, soprattutto se ufficiali delle forze armate. Nell'ottobre 1920 a Torino anche Piero Operti, che era insieme ad altri reduci degenti nel locale ospedale, subì un'aggressione da parte di militanti socialisti. Le medaglie gli furono strappate e, gettate al suolo, gli furono calpestate.
Il 16 novembre 1919, si tennero elezioni che per la prima volta utilizzavano il sistema proporzionale, che videro una forte affermazione del Partito socialista. Il potere politico del Partito socialista italiano aumentò nel 1920, quando la maggior parte delle amministrazioni comunali e provinciali dell'Emilia e della Romagna furono conquistate dai socialisti. Le organizzazionisindacali socialiste ottennero così il monopolio della gestione del lavoro, il potere di imporre i prezzi delle derrate alimentari tramite le proprie cooperative, la gestione diretta delle imposte comunali (immobili compresi) e la possibilità di concedere in affitto ai propri iscritti i terreni del Comune.
All'interno del Partito socialista si delinearono due posizioni, quella dei massimalisti di Giacinto Menotti Serrati che avevano come obiettivo la creazione di una repubblica socialista su modello sovietico. I massimalisti ritenevano che la rivoluzione era comunque inevitabile e l'attendevano. L'estrema sinistra invece, in polemica con i massimalisti, e più coerenti con l'esempio sovietico, ritenevano doveroso impegnarsi per la riuscita di una rivoluzione.

Le occupazioni delle fabbriche e le violenze
Nel luglio 1920 la protesta crebbe passando all'occupazione delle fabbriche.
Lo scontro si era ora spostato sulla questione degli aumenti di salario e sulla riduzione dell'orario di lavoro. La FIOM (sindacato metalmeccanici) chiese il rinnovo del contratto per ottenere aumenti salariali e altre richieste, che gli industriali accolsero solo in parte. Venne quindi fu proclamato in risposta uno sciopero bianco da parte dei lavoratori, a cui gli industriali controbatterono con una serrata, ovvero la chiusura delle fabbriche. Il 1º settembre iniziarono le occupazioni principalmente a Torino, Milano e Genova e poi in tutta Italia. All'interno delle officine della Società Piemontese Automobili si iniziò anche a produrre bombe a mano.
Gli operai organizzarono servizi armati di vigilanza dispostia scendere allo scontro anche con l'esercito che assunsero il nome di Guardie Rosse. A favore degli scioperanti intervennero spesso i sindacati dei ferrovieri che organizzarono picchetti armati presso i nodi ferroviari per impedire l'intervento delle guardie regie. Si verificarono durante questo periodo atti di violenza nei confronti dei proprietari terrieri e dei crumiri o di impiegati di diverso orientamento politico, che non volevano aderire agli scioperi.
Nel corso dell'occupazione della FIAT e di molte altre fabbriche torinesi, l'impiegato oleggese Mario Sonzini, sindacalista e membro della commissione interna alle Officine Metallurgiche, fu sequestrato il 23 settembre dalle Guardie rosse e, dopo un processo sommario fu ucciso a pistolettate, sorte condivisa a poche ore di distanza anche dalla guardia carceraria Costantino Scimula. Dalle seguenti indagini si venne a scoprire che i due uccisi non furono gli unici sequestrati dalle Guardie rosse in quei giorni a Torino.
Le occupazioni, intese come l'inizio di un processo rivoluzionario, non riuscirono però a produrre cambiamenti sensibili, soprattutto a causa della mancanza di strategia della classe dirigente socialista e dell'incapacità di diffusione nel resto della società. Giolitti assunse un atteggiamento neutrale, nonostante le pressioni degli industriali per sgomberare le fabbriche con l'esercito sapendo che gli operai, non essendo in grado di gestire le fabbriche, avrebbero prima o poi accettato di trattare. Nello stesso settembre fu trovato l'accordo tra CGL e industriali, ottenendo gli aumenti salariali richiesti.
GiovanniGiolitti sintetizzò così la sua linea politica nei confronti dell'occupazione delle fabbriche:
« Ho voluto che gli operai facessero da sè la loro esperienza, perché comprendessero che è un puro sogno voler far funzionare le officine senza l'apporto di capitali, senza tecnici e senza crediti bancari. Faranno la prova, vedranno che è un sogno, e ciò li guarirà da pericolose illusioni. »
(Giovanni Giolitti)
Il 27 settembre l'occupazione si poté considerare conclusa e L'Avanti pubblicò un editoriale in cui, oltre ad ammettere la sconfitta degli operai accusò di ciò la dirigenza riformista del Partito socialista. Le fabbriche furono perciò sgombrate, il biennio rosso terminò con il bilancio di 227 morti e 1072 feriti, tra forze dell'ordine e lavoratori.[senza fonte] Ciò non attenuò comunque le tensioni tra lavoratori ed industriali, entrambi fautori di una lotta di classe. Inoltre portò ad una crisi il Partito socialista che si divise tra coloro che ritenevano opportuno continuare la lotta e i dirigenti che avevano accettato l'accordo. Il 15 gennaio 1921 a Livorno si tenne il XVII Congresso Nazionale del Partito socialista che vide la scissione della componente comunista che pochi giorni dopo diede vita al Partito comunista d'Italia. Tra i fuoriusciti vi furono personaggi di spicco messisi in evidenza durante i moti come Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci.
Il timore per ulteriori tumulti sociali ed una eventuale rivoluzione proletaria (propagandata dai socialisti) cominciò a diffondersi, favorendo la richiesta di una soluzione anti-socialista e autoritaria.

Le prime offensive dei padroniDurante il 1920, la classe media serra le fila e prendere l'iniziativa. Lo sciopero organizzato dai consigli di Torino nell'aprile del 1920 è utilizzata come pretesto dalla AMMA (datori di lavoro metallurgici) per un settore blocco generale, con l'aiuto della polizia. La FIOM di Torino, guidata da L'Ordine Nuovo, risponde con uno sciopero che durò quasi 20 giorni e ben presto coinvolgono mezzo milione di lavoratori in tutto il Piemonte, compresi gli agricoltori. L'AMMA era chiaro l'importanza nazionale della lotta e vogliono con ogni mezzo di distruggere il movimento delle tavole prima di diffondersi al resto del paese. I lavoratori di Genova e Liguria sono pronti a partecipare, ma a rallentare i leader riformisti della CGL. La direzione di Torino ISP fugge per andare a discutere con calma, altrove, i 'dettagli tecnici' della costruzione socialista del soviet.Turati propone di superare la crisi accettando l'invito del Primo Ministro per entrare nel governo. Questa trappola è destinato a controllare la classe operaia attraverso i suoi dirigenti, e fermare la rivoluzione, che crede Turati immaturo. Anche Bordiga si perde in una nebbia di obiezioni dottrinali sui pericoli che si nascondono consigli operai. Operai torinesi ricorso alla classe operaia in Italia. Gramsci ei suoi colleghi propongono uno sciopero generale a tempo indeterminato per raggiungere l'insurrezione. I datori di lavoro non danno nulla. D'Aragona, a capo della GLC è determinata a riprendere il controllo della situazione. Senza basi di consulenza, si occupa della AMMA e 'ottenere' un riconoscimento formale dei consigli.In cambio accetta che i consigli non controlla più la produzione e le condizioni di lavoro nelle fabbriche.Questo consumare il primo tradimento. Il tradimento in quanto il PSI, che per tre anni ha avuto la propaganda socialista a favore della 'dittatura del proletariato', abbandonare ogni contenuto rivoluzionario nella sua strategia, anche se è stato dimostrato che i battaglioni pesanti della classe operaia erano pronti a conquistare fabbriche perché volevano la rivoluzione e aveva perso un mese di stipendio per difendere i consigli di fabbrica. Ora hanno dovuto sopportare la fame e la miseria.Sconfitto la lunga occupazione, la propaganda reazionaria borghese lungo le pareti di tutto il Piemonte e datori di riprendere il controllo delle fabbriche. Il 1 ° maggio, la repressione brutale e due operai sono uccisi dalla polizia e molti sono feriti. La classe operaia non cede alla repressione, mentre i media e leader sindacali individuali della CGL e del PSI ridicolo considerando sciopero dei lavoratori nel mese di aprile come un 'atto di ingenuità, entusiasmo, romanticismo e infantilismo'. Ma i datori di lavoro non sono riusciti a pieno il suo obiettivo, l'avversario provato e capito che i leader sono deboli, ma la classe non è considerato sconfitto. L'odio per la borghesia e lo Stato si estende e approfondisce tutto il paese. Gramsci scrive: 'I funerali dei due uccisi diventare una potenza indicibile dimostrazione e la disciplina sono nate nuove forze popolari, la folla si unirono all'esercito per accompagnare i loro morti al cimitero.' (La forza della rivoluzione, L'Ordine Nuovo, 1920/05/08).Aggressione fascista e la risposta di lavoro
Nella primavera del 1922, la necessità di difendere la sanguinosa aggressione fascista e crisi economica sta spingendo la classe operaia a tornare a combattere, sarà molto intenso in giugno e luglio. L'atmosfera dai sindacati di base unità di forze per formare la AIL (Alleanza dei Lavoratori Italiani), che ha tentato di utilizzare cupole per controllare i lavoratori. L'AIL è formata da GLC (1.850.000 soci nel 1922, di cui 415.000 sono in maggioranza minoranza comunista è diviso tra massimalista e fedeli a Turati e D'Aragona), USI (anarco-sindacalista divisione sindacale nel 1912 del CGL, 320.000 membri), UIL (175.000 membri), SFI (sindacato anarchico ferroviaria, 120.000 membri) e FLP (porto, 100.000 membri). In un primo momento, il PCI non partecipa alle riunioni e invia messaggi contrastanti ai suoi membri, tra l'impegno critico e boicottaggi. Le divisioni nella CGL riflettono le divisioni all'interno del PSI, che in seguito portano all'espulsione dei riformisti (PSU). I leader comunisti della CGL rifiutare qualsiasi collaborazione con il massimalista, di iniziare un proficuo anche se lavorano all'interno del USI, dove c'è un importante settore che è orientato alla Terza Internazionale. Il settore più combattivo della AIL potrebbe significare alcuni lavoratori 700-800000, se si aggiunge la fazione comunista della CGL, USI, ferroviario e portuale. Se Bordiga e Gramsci si sarebbe avvalsa di questa unione davanti nato dalla base, invece di boicottare esso, avrebbe portato la maggioranza dei lavoratori di sciopero dato dal PCI. Anche se loslogan di formare auto-difesa comitati unità di lavoro non è stato liberato dai comunisti, che avrebbe potuto diventare fabbrica-tips, nel quartiere e villaggio nella battaglia contro il fascismo.Meno di due anni del biennio rosso, le stelle della classe operaia in una nuova ondata di lotta contro il fascismo. Ma, ancora una volta, i lavoratori restano senza una guida. In effetti, Turati chiamare il 'Strike per la Legalità' (per il governo di fermare i fascisti piedi) e anche aspettare fino a fine agosto, quando la classe è già molto stanchi dopo mesi di battaglia contro smantellato e disarmato soppressione. Certo che perde la militanza PCI, mantenendo solo 24.500 membri. Le persecuzioni fasciste diventare insopportabile e costringere i comunisti alla semi-clandestina. Nel mese di ottobre, Mussolini marcia su Roma con poche migliaia di fascisti, e per convincere il re che il Primo Ministro accettare come sufficienti tre telefonate: una da parte del Vaticano, un altro dalla Confindustria e l'ultima da parte del governo liberale è dimesso.Stesso tempo sviluppa il Quarto Congresso dell'Internazionale, che deve rivedere la sconfitta italiana. A questo punto sembra che si può iniziare PSI Serrati collaborazione con i comunisti, ma è troppo tardi. Poco dopo, la polizia arrestare Bordiga e Grieco. L'esecutivo PCI entra Gramsci, Togliatti e Scoccimarro. Le camicie nere distruggono la sede de L'Ordine Nuovo a Torino e battere un fratello di Gramsci, scambiandola. Trotsky scrisse in seguito:. 'Il partito comunista non si rendeva conto della portata del pericolo fascista, era alimentata da illusionirivoluzionarie () è rappresentato solo come un fascismo reazione capitalista () non ha distinto le particolari caratteristiche del fascismo determinati dalla mobilitazione della piccola borghesia contro il proletariato, () tranne che per Gramsci, non ammetteva né la presa del potere da parte dei fascisti (). Ma non dimenticare che il fascismo non italiana in quel periodo era più che un fenomeno nuovo in divenire: sarebbe stato difficile anche per una festa con esperienza per definire le sue caratteristiche specifiche”. (La Rivoluzione tedesca e la burocrazia di Stalin, gennaio 1932).

Alcune conclusioni
L'esperienza dei consigli operai di Torino ha evidenziato il potere sociale del proletariato, deriva dalla sua posizione nel mondo della produzione. Così, il potere del lavoro nella fabbrica era una sfida per l'ordine borghese nel suo complesso. L'emergere dei consigli è emerso che era necessario costruire organizzazioni di lavoro anteriori a superare i limiti imposti dalla tradizionale organizzazione dei sindacati burocratici. E mentre l'azione degli operai di Torino è stato sufficiente per spaventare la borghesia e sfidare il suo governo, i consigli non è riuscito a acquisire una portata veramente nazionale e rafforzare l'unità con i contadini del sud. Tali limiti saranno un ostacolo per dirigere la lotta per prendere il potere. Ma a questi limiti si debe aggiungere che i lavoratori non hanno un partito rivoluzionario che potrebbe trasformare questa enorme forza sociale nella testa di tutti gli oppressi della società italiana. Al contrario, in ogni momento, ladirezione del partito socialista li ha lasciati ai lavoratori, ignorando le affermazioni di uno sciopero nazionale in solidarietà con la lotta di Torino. Nel frattempo, la borghesia italiana ha le proprie conclusioni: dopo la comparsa dei consigli e delle occupazioni di fabbrica e non sarebbe in grado di contenere la classe operaia con i mezzi giuridici abituali. Richiesto un 'nuovo ordine' imposto ai lavoratori subordinati ai datori di lavoro e lo stato. E questo 'nuovo ordine' verrà imposto sia in campo e nella violenza della città, fascista. Alla fine del 1921, i fascisti hanno iniziato la loro offensiva contro le organizzazioni dei lavoratori. Quello stesso anno, passare all'offensiva scioperi industriali di frantumazione che si verificano nella Fiat e Michelin. Tuttavia, l'energia combattiva della classe operaia, non è ancora esaurita. Nel 1922 ha prodotto l'ascesa di Mussolini. In diverse città, sorgono 'Arditi del Popolo', i lavoratori di diverse tendenze che si formano milizie per affrontare le aggressioni fasciste. Come prima dei consigli, l'ISP restituirà a questo movimento. L'italiano orfano della leadership proletariato rivoluzionario, soccombendo alla fine il fascismo. Gramsci fa notare il tradimento del PSI come segue: 'Secondo il diritto socialista, era sbagliato in quanto obiettivi proposti periodo favorevole conquiste rivoluzionarie e sicuro troppo grandiose e irrealistiche più limitate, in cui il proletariato sarebbe ancora saldamente rinforzato. Ma quelli non si riferiscono a benefici economici, in quanto realmente accaduto in larga scala e chiaramente parlare di unprogramma politico [Gramsci si riferisce al riformismo e la collaborazione con la borghesia] le cui prestazioni sulla scena politica, è impedita dall'aspirazione acclamato a conquistare tutto il potere da parte della classe operaia. () Nella situazione attuale in cui la borghesia tende la sua dittatura politica ed economica () per distruggere le roccaforti di lavoro organizzato e spingere il proletariato al pre-guerra, condizione o più indietro ancora, gli esponenti del sociale () non è più il coraggio di fare qualsiasi programma. Tenere o meglio effettuare il ritiro senza una lotta per evitare di essere costretti ad ammettere la necessità per le armi, non solo ideale, ma materiale, per il proletariato la lotta di classe necessariamente ottenere il programma di consolidamento del dispositivo di controllo in un rivoluzionario dispositivo '4 di potenza. I consigli di fabbrica non erano in grado, per le ragioni discusse, di ottenere la conquista del potere. Ma altri battaglioni della classe operaia internazionale ripreso le loro bandiere per tutto il ventesimo secolo. Ogni volta che i lavoratori occupano la fabbrica, il fantasma di organizzazioni come i consigli risorge agli occhi della borghesia come un'ombra maledetta.
Bibliografia
* www.marxist.org
* www.wikipedia.com
* www.intitutofedericoengels.com
* www.pts.org
* www.repubblica.it
* Gramsci, Antonio (1973): Consejos de fabrica y estado de la clase obrera., Ediciones Roca, Mexico.
(1991): Escritos periodísticos de L´ Ordine Nuovo, “tesis 11” Grupo Editor, Bs. As.


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